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sabato 4 agosto 2012

TRASPORTI 3 - Il resto della breve storia del passato - Ed un grazie

      Anche l' Africa del Nord e l' Asia hanno conosciuto grandi attraversamenti. Già Erodoto, nel V secolo a.C., parlava dell' Africa con le sue grandi carovaniere, descrivendo quella che costeggiava il Mediterraneo, piacevole a farsi e con oasi di acqua dolce, percorso fatto con carri velocissimi trainati da quattro cavalli. Merce preziosa era il salgemma. E l' Asia ebbe la Via della Seta, famosa, preziosa, raccontata a più riprese. Cominciarono fiorenti scambi per seta e spezie, ad unire due mondi di culture tanto differenti.
     Questa favola durò fino al Trecento. Cammelli, asini, buoi e soprattutto cavalli : per centinaia d'anni ancora solo animali e carri furono la condizione necessaria per il trasporto di terra.
    Il Medioevo, e solo dopo l'anno Mille, vide la novità del carro a quattro ruote e della ferratura dei cavalli, ed un nuovo tipo di basto. Alcune strade diventarono molto trafficate, ma l'efficienza dei mezzi di trasporto e le migliorie apportate alle vie di comunicazione non velocizzarono a conti fatti il commercio, a causa del sistema di tassazione e di dazi. Se poi alle tasse in entrata, in uscita, e per il transito attraverso le città, si aggiungono i pontatici, cioè le tasse per attraversare i ponti, e le traversie per attraversare i fiumi, si può immaginare quanto potesse essere stata limitata l'effettiva potenza di scambi dell'epoca.
    Intorno al 1350 a Kocs, in Ungheria, venne inventata la prima carrozza. In Italia il primo cocchio venne introdotto nel 1457 con sistemi di sospensioni a cinghie di cuoio.
    Nel 1540, a Parigi, giravano ben tre cocchi, due appartenenti a nobili d'alto rango ed uno appartenente ad un borghese di dimensioni fisiche tali che si poteva muovere solo usando questo mezzo. Proprio la Francia può vantare storie, anneddoti ed una massiccia quanto romantica letteratura su carrozze e su relais de poste, create nel 1597 dal re Henri IV.
     Al di là della storia (o è leggenda?) che ogni re costruisse una propria strada per meglio raggiungere amanti e favorite, i secoli XVI, XVII e XVIII  conobbero un' espansione enorme delle vie di comunicazione, in Europa come nel mondo, e l'economia, reale motore del mondo e dei suoi "delitti", ebbe un impulso incredibile, togliendo l'uomo dal suo Medioevo e dai suoi viaggi di pellegrino in perenne raggiungimento di luoghi di culto o di materie per la sua ricchezza.
    Allora, anche solo ricordandoci della "Boule de suif" di Maupassant, è importante esaminare la storia delle poste soprattutto in Francia, per capire quanto devono, oggi, la Francia e le nazioni vicine, o per meglio dire, quanto devono gli Stati Uniti d'Europa, la loro geografia, la loro economia, a queste stazioni di posta.
     La Svizzera nacque su una stazione di posta e anche se nessun'altra nazione può vantare un passato così caratteristicamente importante quanto singolare, è da notare come numerose città d'oggi, costiere o dell' entroterra, siano nate e diventate grandi per un cambio di cavalli.

   GRAZIE!
Questi tre post sui trasporti costituivano la bozza dell'introduzione della mia tesi di laurea, traguardo mai raggiunto anche se sfiorato da vicino. I miei relatori dovevano essere  la Professoressa Pavanati Bettoni,che ha tenuto lezioni stratosferiche sugli Indiani d'America, e il Professore, immenso e compianto, Franceso Ogliari, che ha lasciato al mondo, oltre le sue lezioni eccezionali sui trasporti allo IULM, un museo dei trasporti a Ranco, in provincia di Varese, museo che VA visitato. Lui, maestro di cultura e di vita, ha dato anche il nome di "Porto di Mare " ad una stazione della Metropolitana milanese. E la professoressa Bettoni mi ha rapito con le sue lezioni sulla storia degli Indiani d'America. Una sua "chicca"? Il sottolineare che l'agricoltura fu inventata dalle donne, dal loro spirito analitico, mentre a casa, nelle caverne prima e nelle capanne poi, partorivano figli e li accudivano cercando di sfamarli, aspettando il ritorno degli uomini che cacciavano, anche se a volte l'attesa del ritorno era di parecchie "lune".
    Sono stata molto fortunata a conoscere grandi professori universitari, e se avrò dei feedback sui miei post, continuerò a scrivere in questo blog qualcosa che da loro ho imparato, o piccolissimi lavori fatti grazie al loro stupendo cervello.
    

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