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giovedì 19 settembre 2013

Per non confondersi : ECONOMIA - FINANZA

Dal Dizionario Sabatini-Coletti

       ECONOMIA
  • 1 Modo di operare volto a ottenere il massimo vantaggio con il minimo dispendio di energie e di risorse: organizzare la produzione secondo criteri di e. || lavori in e., eseguiti direttamente dal committente
  • 2 estens. Saggia amministrazione dei beni; impiego oculato del denaro; risparmio derivato da un più efficiente impiego dei sistemi produttivi || fare e., risparmiare
  • 3 (al pl.) Risparmi accumulati
  • 4 Attività dell'uomo organizzata su base sociale, volta allo sfruttamento di beni naturali e alla produzione e distribuzione di ricchezza
  • 5 Il complesso delle risorse e delle attività produttive di una comunità, di uno stato anche limitatamente a un dato settore: l'e. italiana; e. agricola, industriale || e. sommersa, quota di reddito nazionale che sfugge a ogni rilevazione statistica e a ogni controllo fiscale | e. di mercato o capitalistica, quella basata sulla proprietà privata dei mezzi di produzione | e. socialista, quella in cui vige la proprietà statale dei mezzi di produzione
  • 6 Scienza che studia la produzione dei beni e dei servizi, la distribuzione e l'utilizzazione della ricchezza || e. politica, disciplina che esamina le categorie economiche e i rapporti sociali ad esse connessi 

    FINANZA

  • 1 Complesso dei beni di cui dispone lo Stato o un ente pubblico o privato per l'esercizio delle proprie attività || f. pubblica, l'insieme delle attività di raccolta, trasferimento ed erogazione di fondi operate dalla pubblica amministrazione | Ministero delle F., settore della pubblica amministrazione incaricato dell'imposizione e raccolta dei tributi
  • 2 Politica finanziaria di uno Stato: una f. saggia
  • 3 fin. Complesso delle attività che si svolgono sui mercati finanziari; estens. l'insieme degli investitori e degli intermediari che operano sui mercati finanziari: il mondo dell'alta f.
  • 4 fam. (al pl.) Risorse economiche SIN quattrini: mi mancano le f.
  • • sec. XVI


   Quest'estate, all'hotel Paradiso, sull'Alpe di Siusi, ho avuto la fortuna di conoscere un  Professore dell’Università degli Studi di Torino,con 14 pagine di curriculum vitae, e una grande disponibilità verso di me che ho qualche difficoltà a "digerire" parole come economia, finanza e diritto, parole a cui mi sto avvicinando negli ultimi mesi per vari motivi.
   Conversando con lui e con la sua pazienza! ho avuto la conferma che economia e finanza sono due termini che nella realtà sono tanto drammaticamente lontani tra loro, una tanto vicina alle nostre tasche e l'altra quella fatta di un nulla informatico che sembra non accorgersi  del nostro comune mettere insieme il pranzo con la cena.
   Qualcuno mi dica cosa ne pensa.

lunedì 26 agosto 2013

HAIKU PERVERSO

Essere piedestallo
per le statue
degli altri. Il vuoto.




Deltaplani sull' Alpe di Siusi - 2013 - Foto Pietro

lunedì 15 aprile 2013

LA FIABA DEL DISINCANTO

   Mia sorella, tempo fa, mi chiese di scrivere qualcosa sul disncanto.
Bella, magica parola! Fa pensare alle fiabe : Once upon a time...
Nelle fiabe, il principe azzurro arriva sempre a cavallo, bellissimo e ricco, chioma al vento e braccio pronto a sostenere saldamente la pulzella, a salvarla da draghi, orchi e streghe.
Nella realtà, i 'principi' cadono sempre rovinosamente prima o poi da cavallo, e gemono per terra, fino a quando la Biancaneve di turno si autosveglia e soccorre il suo cavaliere.
L'abitudine ,ci fa considerare stretti sinonimi disincanto e disillusione, delusione.

Ma vediamo la definizione di disincanto che dà il  dizionario Devoto-Oli :
disincanto : situazione spirituale che implichi il superamento di un'illusione, di una visione deformata della realtà / scioglimento da un in flusso magico.
disincantare : liberare da un influsso magico mettere in condizione di percepire con mezzi propri la realtà sfrondata dalla apparenze ingannevoli sotto cui di solito si presenta.

E leggiamo sul Le Robert  ,dizionario monolingue di francese:
désenchantement: action de désenchanter, de faire cesser le charme / état d'une personne qui a perdu ses illusions, qui a été déÇue.
trad. mia : azione di disincantare, di far cessare il fascino, l'incantesimo / stato di una persona che ha perduto le sue illusioni, che è stata delusa.

I tedeschi lo chiamano al femminile, chissà perchè : die Enttäuschung :delusione,disappunto
Entzaubern, verbo transistivo, per loro ha il significato molto concreto di smitizzare e ridimensionare, oltre a quello di liberare da un incantesimo.

Scomodiamo le mie origini, usando il dialetto milanese, con un consiglio dato dai vecchi più volte a chi non vedeva pericoli o più generalmente la realtà : descantes!


E la fiaba del disincanto?
Esiste. Ed è la speranza. 
Essere disincantati, significa conoscere la realtà, ciò per cui siamo impotenti e quello che possiamo fare. 
Vuol dire lasciare chances al futuro , al nostro futuro, quello di cui possiamo essere artefici. Vuol dire vivere il nostro presente appieno.
La speranza è un DOVERE verso noi stessi e verso chi amiamo.
Io voglio arrivare alla fine della mia vita, sapendo di aver fatto  il mio dovere.


venerdì 8 marzo 2013

L' ARCOBALENO e TERSO - LIMPIDO

"Si tu veux l'arc-en-ciel, tu dois supporter la pluie", così cita
su Facebook.
Ho lavorato per sedici anni in un posto stupendo in Brianza, a Rigola, in quella che in tempi ormai remoti era stata la villa della seconda moglie di Alessandro Manzoni,  una scuola gestita da suore che non portavano abitualmente il velo. Suor Letizia era una suora molto anziana .Capelli candidi e guanciottine alla Titti, spesso andava su e giù con l'ascensore, di quelli aperti, a vetri ,come ci sono ancora nei palazzi della vecchia Milano. E ci andava soprattutto prima dei pasti, dopo i pasti, alla fine della scuola, e più volte, accompagnando con un sorriso dolcissimo quelli che prendevano l'ascensore con lei. Un giorno mi chiese se sapevo come si diceva 'arcobaleno' in puro dialetto milanese. Io, da buona brianzola, o 'milanese ariosa', che non ho mai parlato dialetto anche se lo capisco benissimo , dissi : "arcubalen". Fulmini e saette! Con pazienza, mi fece notare che si diceva "arcinciel" come in francese, anche se pronunciato all'italiana "perchè c'erano stati i francesi a Milano"!
Poi, con sorriso furbetto, mi ha chiesto di dire come vedevo il cielo e il vetro dell'ascensore. Io, nonostante i miei studi umanistici non elementari, le risposi "pulito, trasparente" per il vetro e "limpido" per il cielo. Lei partì letteralmente con una lezione, tanto magistrale quanto affascinante, sui termini terso e limpido.
Ho sempre saputo che nessuno può solo insegnare e nessuno può solo imparare. Si deve vivere curiosi e attenti, assetati. Da tutti possiamo imparare, anche a cent'anni, se teniamo sguardo, orecchie e mente aperti!

da Sabatini Coletti
terso    [tèr-so] agg.
1 Perfettamente pulito; limpido, trasparente: vetro t.; aria t.
2 fig. Di stile, elegante e nel contempo perspicuo
• sec. XIV
limpido    [lìm-pi-do] agg.
1 Chiaro, nitido, trasparente: acqua l.
2 estens. Di suono, voce e sim., che si percepisce con chiarezza
3 fig. Che non lascia dubbi, non ha nulla di oscuro: ricordo, ragionamento l.; puro, candido: coscienza l.
4 fig. Chiaro, lineare, non contorto: stile l.
• sec. XIV
  • foto Elepieste 2012 - laghetto artificiale vicino all'Hotel Paradiso - Alpe di Siusi - sullo sfondo : Sassopiatto e Sassolungo