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lunedì 24 ottobre 2011

13 portafortuna

13° post ma il suo titolo dovrebbe essere "Tra color che son sospesi..."
Ho iniziato questo blog per caso. Cercando lavoro, mi sono imbattuta in un progetto europeo di e-learning, gestito in Italia dal Comune di Milano, in collaborazione col Metid del Politecnico, ed ho avuto a che fare con persone speciali. Proprio loro mi hanno convinto ad aprire un blog.
Ma al "povero commediante" di shakespeariana memoria si chiede : facce ride! e il mio blog non fa ridere.
Fa pensare, credo , ma soprattutto si pone presuntuosamente, incoscientemente, alla Grillo Parlante odioso, come mi sono sempre posta io, senza volerlo, forse a causa dei miei occhi chiari, cioè come un mirroir, uno specchio. Ma il proprio io riflesso non è quasi mai gradito, perchè è più facile, più semplice, più comodo e più istintivo  mentirsi.
E sto continuando a scrivere col dubbio perenne. Vorrei poter essere in qualche modo di aiuto alle persone come me, cioè a tutte le donne della mia età, che considerano la propria vita un viaggio perenne.
La mia vita lo è stata, con strade prese per caso, sentieri sbagliati, fughe all'indietro, cadute in precipizi, e continue salite sulla cima, col mio sasso alla Sisifo.
Sono cresciuta in un periodo di forte transizione, paragonabile forse al passaggio tra il Medioevo e il Rinascimento, o quello della scoperta del vapore, col suo uso per le macchine da tessitura ed i treni. Perchè il '68 lo è stato, e la mia gioventù è trascorsa con le poesie di Edgar Lee Masters, Prévert, le canzoni dei Beatles, di De André, Battisti e Tenco. Ma i miei genitori cantavano ancora : "Vieni,c'è una strada nel bosco" o "Tu che m'hai preso il cuor", o ancora "Mille lire al mese", e a Capodanno ,durante il pranzo, mio padre metteva sul piatto del giradischi il 33 giri del Concerto N°1 di Tschaikowsky. Mio padre,che parlava con noi a pranzo o cena, della religiosità del Manzoni o di Dante. Ed io facevo i conti con quell'eskimo mai comprato, i volantinaggi davanti alle fabbriche, la sorella di quel Franceschi, ucciso nel gennaio 1973, durante l'anno integrativo, il Capolinea di viale Monza.
Venivo dai pannolini di stoffa, dai ciripà e dalla zappetta per toglire le patate dalla terra, della mia balia. Ma la mia ultima sorella è nata coi Lines e  gli omogeneizzati.
Beh! Forse non ho letto abbastanza bene la Yourcenar che metaforizza la vita narrando quella di Zenone, nell'"Opera al nero". Il libro è diviso in tre parti, intitolate La vita errante, La vita immobile e La prigione.
In questo libro si dice, non ricordo più in che punto : "Chi sarebbe così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?
Il segreto della vita non potrebbe stare proprio in questo? Cioè nel non lasciarsi deprimere dal troppo passato dietro e dalla certezza che i prossimi 57 anni (Dio ce ne scampi!) non ci permetteranno un fisico ed un'accettazione sociale come quelli avuti nei primi 40? Anche se il proprio motto è PER ARDUA AD ASTRA?
Mi piacerebbe che qualche aliena come me, non considerasse questo post come deprimente, e me ne desse riscontro.

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te : non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un via vai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.     Costantinos Kavafis

2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Ciao Elvira,
    Ci ritento, ho provato piu' volte a postare un commento senza riuscire, adesso la Lili mi ha dato nuovamente il link...vediamo e non permetterti di darti all'ippica:)

    Un caro saluto
    Cristina

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