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mercoledì 30 novembre 2011

Il Fioretto

Mi sono chiesta quali siano le motivazioni per l'apertura di un blog, e vorrei fare una sondaggio, anche se forse basterebbe esaminare i temi trattati per avere una risposta. al di là delle banali motivazioni commerciali , di prodotti o di sé stessi, c'è il diario, quello che una volta era costituito da un quadernetto con una chiavetta, regalo di compleanno o di Natale che ci si faceva tra amiche adolescenti. Ma la spinta più consistente è data dal bisogno di parlare senza che nessuno ti zittisca : in fondo, gli insulti che puoi ricevere con i commenti si possono ignorare. Perchè , per i motivi più svariati e senza distinzione di età o di sesso, troppo spesso ci si ritrova a fare la  Vox clamantis in deserto, come detto nella Bibbia (Isaia 40.3).
Io, forse , sto vivendo questo mio momento da Web 2.0 come un far partecipe il mondo di ciò che ho scoperto, ciò che ho imparato. So di correre il rischio di essere definita, come già successo, maestrina o femme savante, donna saccente.
Ho letto, studiato discusso molto, forse troppo, o forse non abbastanza, ma ho sempre considerato tutto come una gioia di cui gli altri dovessero essere partecipi.
Nelle mie svariate letture, ci sono stati scritti di uno dei più illuminati cattolici che sia mai esistito : Carlo Maria Martini. Questi suoi scritti mi hanno permesso di capire anche il valore dell'odiato Fioretto-dell'Avvento-e-di-Quaresima. Cominciavano a Catechismo, poi c'erano le nonne, le insegnanti, il Don di turno all'Oratorio, con l'obbligo della Confessione se non lo rispettavi. Ti davano il permesso di scegliere quello che volevi, dall'aiutare la mamma ad apparecchiare la tavola, al non toccare il cioccolato o altro.
Crescendo, ho visto adulti decidere di osservare il Fioretto, e non adulti bigotti, non quelli che hanno letto la parabola del Fariseo e del Pubblicano del Vangelo di San Luca ma non hanno capito nulla. E mi sono chiesta perchè. Poi, con gli 'aiutini' sopracitati  e con altre letture, di alcune religioni o filosofie o di atei, sono arrivata a quella che per me è stata una grande scoperta. Superata la ribellione della coercizione infantile, ho dedotto che il fioretto è una forma di autodisciplina, capillare e attuabile fin dalla tenera età, quella che ti permette di essere sempre pronto, e rende stupidi ed idioti quei corsi di sopravvivenza tanto visti e tanto inutili, diffusi dalle televisioni, come rende altrettanto stupido il circondarsi di persone che potrebbero aiutare, o l'accumulare beni materiali oltre la quantità decente.
Chi guarda l'Isola dei Famosi, TRA L'ALTRO, non si rende conto che un microfono ed una telecamera, falsano inesorabilmente la realtà? Per capirlo non serve aver studiato Chimica, basterebbe magri solo aver visto per caso  la puntata di Numb3rs che parla del principio di indeterminazione di Heisenberg e della sua traslazione concettuale, in cui la spiegazione di questo principio veniva data con una semplicità disarmante e a prova di istruzione elementare. O basta usare il proprio cervello. E si ricade sempre nel discorso che a molto si può arrivare a volte solo col buon senso, quello che una volta si chiamava 'saggezza contadina', fatta quindi anche di sana diffidenza.
Il mio cervello l'ho sempre usato troppo e forse male, e di certo non mi ha arricchito né mi ha fatto diventare fashion e cool. Chi ha ragione?
A proposito di Heisemberg, Numb3rs e 'state pronti', uno dei prossimi, noisissimi, miei post, parlerà del Cigno Nero. Yum! da 'leccarsi i gomiti' o vomitare.



venerdì 25 novembre 2011

die Vergangenheitsbewältigung o l'orticello degli italiani

La lingua tedesca ha migliaia di vocaboli più della nostra, perchè ama riassumere in una sola parola un intero discorso. 'Die Vergangenheitsbewältigung' significa 'rielaborazione del passato e suo superamento'.Stupendo! O specifica precisamente che tipo di rapporto c'è in una coppia., per cui 'der Lebengefährte' è il compagno di vita, ma 'derLebensabschnittgefährte' è il compagno di un pezzo di vita. Lo stare insieme per convenienza è 'zweckgemeinschaft sein' e mitico!!! 'der Mitläufer' è uno che è un fiancheggiatore, un gregario, uno che va con la folla. Provate poi a trovare un unico termine per tradurre 'Querdenker'! Gli inglesi se la cavano traducendolo con maverick, ma noi italiani dobbiamo accettare il compromesso del significato melange di non conformista, spirito libero, chi pensa di traverso, chi la pensa in modo diverso. Potremmo azzardare una traduzione con 'eretico'? Non so.,
La lingua francese, che centellina le sensazioni come un raffinato sibarita, propone diverse sfumature, per esempio, per due termini che noi usiamo troppo spesso male : amico e parola. I francesi hanno l'ami, le camarade, e, delizia! le compagnon, che non è il compagno di merende, ma qualcosa di molto di più. Per capirlo bene, occorre leggere 'L'Opera al nero' della Yourcenar che, nel testo originale definisce Zénon, alchimista, come le compagnon du feu. E quella che noi chiamiamo parola, per loro è le mot, la parole, le language.
Noi italiani, con il nostro campanilismo feudale e i nostri orticelli bunker, non difendiamo la nostra splendida, eccezionale, ricchissima lingua. Accettiamo i linguaggi con termini stranieri definendoli settoriali anche quando non lo sono, e abbiamo ridotto all'osso i termini che usiamo, disconoscendo sinonimi e forme grammaticali. Pensate all'uso spropositato del verbo fare o alla sparizione dei congiuntivi e degli avverbi, anche e soprattutto da parte di giornalisti della carta stampata. Un tempo i mezzi di informazione, che ora gli idioti chiamano media pronunciando midia ( media è una parola latina, significa mezzi.Provate a pronunciare steige lo stage,di fronte ad un francese, che ha inventato il temine!), INSEGNAVANO, cercando di portare i più illetterati ad un livello medio. Ora il livello della conoscenza viene tutto abbassato drasticamente, quello che usa  termini poveri con l'aggiunta di termini volgari, pensando di farsi capire ed accettare maggiormente. Non dico di usare il linguaggio estremamente preciso di Vendola, ma nemmeno di utilizzare abitualmente quello di certe trasmissioni ,soprattutto quelle propinate da certe televisioni, o da alcuni giornali locali.



giovedì 17 novembre 2011

Il Viaggio

Tradisco ancora una volta lo scopo del mio blog, l'idea originale di occuparmi di ossimori.
Sotto il titolo "Il Viaggio", vorrei saper scrivere come Pirandello , e regalare al mondo, con questo titolo, una delle più belle pagine della letteratura. Ma sono solo io.
Sono in viaggio, ogni vita lo è. Quando rincontro persone del mio passato, scopro che molte di loro si sono accoccolate nel proprio orticello e sono felici. 
Io sono sempre in cammino, anche se a volte vorrei trovare la mia Locanda Almayer (Oceanomare - Baricco) e potermi fermare.
Per molte delle persone del mio passato, probabilmente sono una fallita. Non mi sono laureata, abito in un piccolo paese e la mia casa non è certo da rivista, non ho il Cayenne e per me la moda è una parola sconosciuta, vado in montagana d'estate, e il più bel regalo che possono farmi i miei figli sono i libri ed un sorriso, e da mio marito voglio solo del tempo insieme, solo nostro.
Non so perchè non mi fermo. Di fronte al mare, ho sempre  guardato l' orizzonte dicendomi :" Mi piacerebbe arrivarci, vedere quanto orizzonte c'è ancora, e seguirlo". Poi sono salita sulla montagna. Ad ogni giro del sentiero il paesaggio era diverso, anche se a volte in parte conosciuto. E sopra, tanto cielo!
Il 'tanto cielo' della montagna è diverso da quello del paese o della città.Quando sono venuta ad abitare qui, da Milano, mi sentivo indifesa, senza i palazzi di Niguarda, gli alberi del viale Fulvio Testi, perchè là il cielo aveva il profilo rassicurante di un tetto o di un albero o dei ponti della ferrovia in lontananza, accompagnato dallo sferragliare del tram. Qui il cielo mi soffoca una po', e devo andare dove vedo la sagoma del Resegone e delle Grigne per sentirmi respirare.
Ora non posso viaggiare tanto, ma libri, Internet , foto ed i racconti dei miei figli e mio marito, rendono un mondo le mie forzate quattro mura. Basterà per quell' inquietudine che rende così impegantivo lo starmi vicino?


                                                     I piedi di mio figlio su un ponticello all' Alpe di Siusi








lunedì 7 novembre 2011

Il Debole e il Forte

I Forti spesso sono tali perchè hanno avuto una vita difficile e/ o un genitore che ha loro ripetuto dal primo momento, 'nicianamente', "Ciò che non uccide, rafforza.". Mi sono chiesta perchè essere Forti debba significare non dovere mai avere bisogno degli altri ed essere abbandonati. Esistono la vecchiaia, la malattia, i problemi economici imprevedibili. Un Forte che chiede aiuto, si sente sempre rispondere scocciato . "Ma non puoi arrangiarti da solo?".O, peggio, si sente accusato di tradimento.
E mi sono chiesta : perchè il Forte tende a proteggere ed aiutare quello che gli SEMBRA più debole? Sa che per essere Forte deve imparare a stare in piedi con le sue gambe . Il debole è davvero debole? O è un opportunista egocentrico che presto eserciterà su chi gli sta attorno, una traslata 'dittatura del proletariato'?


Celle Ligure, 7 marzo 2009




IL NOME

Forse sono squilibrata, o, come dicono dalle mie parti :"l'a ga temp de tra via", ho tempo da buttar via.
Mi sono sempre chiesta e continuo a chiedermi il perchè delle cose ed il loro significato.
Un giorno, ho realizzato mentalmente che le persone con lo stesso nome, o avevano caratteri simili o diametralmente opposti. Dopo essermi data dell'imbecille (non credo a oroscopi, a fortune e sfortune, ecc.), mi sono messa filosoficamente all'opera per darmi una spiegazione.
E me la sono data, e mi piacerebbe molto sapere se qualcun altro è d'accordo o viene considerata,domanda e risposta, un discutere lezioso sul sesso degli angeli.
I nomi vengono scelti dai genitori per la maggior parte delle volte, anche se vige ancora la barbara usanza di avere il nome di un morto come imposizione, nonno , nonna, o altro che sia. Mi sto chiedendo quanti Marco ci saranno dopo la tragedia immensa della morte di Marco Simoncelli (per inciso: se avessi perso mio figlio impazzirei!!!). Anni fa c'erano in giro un mare di Sue Ellen, J.R, Pamela. Ma questo non sposta di una virgola la mia spiegazione. Se il nome è deciso dai genitori, DNA non mente e i figli avranno parte delle loro cartteristiche dominanti anche caratterialmente. Anche un nome di protesta lo dimostra. Anche un nome scelto per una serie televisiva, Grande Fratello compreso, lo dimostra, se non altro perchè è la prova di quanto poco carattere hanno le persone che operano queta scelta.
Non voglio fare esempi negativi, per non scatenare quei pochi che mi leggono. Porto un esempio positivo : le donne che si chiamano Giuditta, che ho conosciuto, sono tutte persone energiche e con un'attitudine al comando, qualsisi aspetto fisico abbiano. La mia eccezionale sotto ogni aspetto ex Ispettrice di Croce Rossa ne è sempre stata la prova : meno di un metro e mezzo, con una vocina leggera, ma ha saputo tenere in riga Croce Rossa e due Licei prima come insegnante di matematica poi come preside.
Lo so che zio Willie si rotolerà nella tomba, lui e la sua rosa che non perderebbe il profumo se avesse un altro nome.