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lunedì 19 dicembre 2011

C'è un canto dentro di me







C'È UN CANTO DENTRO DI ME

Giovanni Papini

   

   

C'è un canto dentro di me che non potrà mai uscire dalla mia bocca - che la mia mano non saprà scrivere sopra nessun pezzo di carta.
C'è un canto dentro di me che devo ascoltare io solo - che devo soffrire e sopportare soltanto io.
C'è un canto chiuso nelle mie vene come gli adagi celestiali nelle canne argentate degli organi - c'è un canto che non fiorirà come la radice del giaggiolo sepolta sotto la frana.
C'è un canto dentro di me che che resterà sempre dentro di me.
Se questo canto uscisse dal mio cuore romperebbe il mio cuore.
Se questo canto fosse scritto dalla mia mano nessun'altra parola più potrebbe scrivere la mia mano.
Questo canto non sarà detto che nell'ultima ora della mia vita; questo canto sarà il principio d'una felice agonia.
C'è un canto dentro di me che non può uscire fuori di me perché non furono ancor create le parole necessarie.
Un canto senza misura e senza tempo; senza ritmo e senza leggi.
Un canto che non può adagiarsi in nessuna forma e che spezzerebbe qualunque linguaggio.
Un canto che nessuno potrebbe ascoltare senza che la sua anima fosse sgomenta dalla sorpresa e ricolorata da un altro sole.
Un canto più respirato che detto, più presentito che manifestato: suono di luci, raggio d'accordi.
Un canto che non desidera nessuna musica perché sarebbe più melodioso d'ogni strumento conosciuto.
Dentro il mio cuore così grande che a giorni contiene l'universo questo canto è così grande che ci sta a gran fatica. Nei minuti più angosciosi della vita questo canto vorrebbe traboccare dal mio cuore troppo stretto come il pianto dagli occhi di chi piange se stesso. Ma lo respingo e lo ringhiotto perché insieme a lui anche il sangue del mio cuore traboccherebbe con la stessa furia voluttuosa. Lo rinchiudo in me stesso perché non voglio ancora morire.
Son la vittima docile di questo canto divino e omicida. Debbo serrare il cuore come la porta di una carcere e soffocare i suoi battiti soprumani come tanti rimorsi. Ed essere, con tutta la mia tenerezza, il feroce a cui non s' accostano i deboli.
Perché il mio canto sarebbe uno spaventoso canto d'amore e quest'amore brucerebbe tutto quello che tocca.
L'amore che riscalda soltanto è appena tiepido ma il vero amore nel medesimo soffio bacia e distrugge.
Quest' amore sarebbe così splendente d'infocata bramosia che in quel giorno la terra illuminerebbe il sole e la mezzanotte sarebbe più ardente del più bruciato meriggio.
Ma io non canterò mai questo terribile canto che mi consuma senza che nessuno abbia compassione del mio tormento.
Non canterò questo canto meraviglioso che la mia paura rinnega e che fa tremare la mia debolezza.
Non canterò questo canto perché nessuno potrebbe sostenerne l'infinita, la straziante, la dolorosa dolcezza.
   

(da Opere di Giovanni Papini. Volume diciassettesimo. Poesia in prosa. Cento pagine di Poesia - Giorni di Festa. Nuova edizione con molte aggiunte, Vallecchi, Firenze, 1932, pp. 273-276. Originariamente in Cento Pagine di Poesia, 1915, con qualche leggera differenza).


Se la Letteratura Italiana  e gli autori classici ci venissero insegnati a partire da certe loro opere senza tempo, senza luogo se non nell'animo ...

giovedì 15 dicembre 2011

Esperanto

Parlando con qualsiasi straniero, nella mia vita e nei miei (pochi) viaggi, ho sempre utilizzato ed utilizzo, una specie di esperanto personale. Quando mi mancava , o mi manca,  il termine corretto, utilizzo le altre lingue, che peraltro conosco altrettanto 'spannometricamente'. E un bel sorriso ha reso sempre disponibile il mio interlocutore, che  conosce sempre qualcosa di un un'altra lingua, ad eccezione dell'interlocutore italiano..
In Catalunya, per esempio, fanno finta di conoscere solo il catalano, anche se a scuola devono studiare il castigliano. Ugualmente succede a Castelrotto e sull'Alpe di Siusi, col tedesco e l'italiano.A Basilea va molto meglio : è una stupenda città cosmopolita per natura. Ma se sei considerata straniera, te la cavi sempre.
Questo mio escamotage non è del tutto positivo. I francesi spocchiosi si voltano dall'altra parte sibilano un "Je m'en fiche". I tedeschi biascicano uno schifato "Italienerin!". Gli inglesi ti guardano esterefatti : come puoi non sapere la loro lingua,quella che hanno imposto (loro o l'economia) al mondo, o quello che loro lingua è diventata, un bastardamento di neologismi e pronunce orrende, dovute quasi esclusivamente a statunitensi ed indiani, che sicuramente fa rivoltare nella tomba lo zio Willie. E a Barcellona,mitica e stupenda città dove vorrei tornare magari per sempre, dove ho vissuto per tre mesi, c'era sempre la commessa o la cassiera che si impietosiva, forse perchè mi trascinavo dietro i miei bimbi ancora piccoli.
Non capisco perchè la difesa di una lingua passi per l'interruzione totale delle comunicazioni, e perchè, come già detto, gli unici che non difendono la propria lingua sono gli italiani. Forse perchè scrivono 'itagliani' con la 'g'?

domenica 11 dicembre 2011

Le memorie

Il memoir è un genere letterario simile all'autobiografia, che si scrive in qualsiasi momento della propria vita e non segue un ordine cronologico. E' quello che Gore Vidal definisce "il modo in cui si ricorda la propria vita". 
E' significativo, secondo me, che sia il genere più utilizzato dalle donne negli ultimi decenni, e sono spesso donne che non hanno altri modi di farsi sentire in una società patriarcale. Per questo lo si ritrova attualmente soprattutto come voci femminili italo-americane, o sudamericane, o africane.
Putroppo io non conosco molte autrici di questo genere,, ma ho letto il più possibile di due colonne della letteratura mondiale al femminile, che usano il memoir per scrivere pagine uniche : Isabel Allende e Marguerite Yourcenar.
Quando si comincia a scrivere memoir? Quando ci si ritrova ad essere SOLI A RICORDARE. Quindi non importa se lo si fa a quindici o a novant'anni. La lontananza, la solitudine, l' isolamento, la perdita di chi è più vecchio di noi, ci richiama l'urgenza di dire a qualcuno cosa c'è stato, quello che i libri di Storia non diranno mai.
Io NON sono l'Allende e men che meno la Yourcenar, ma spesso ho avuto la tentazione di provare a trascrivere ciò che è rimasto nella mia memoria, ed ho cercato di confrontare i miei ricordi, per paura di perderli o  falsarli con le nostalgie.
Ora abito nel paese in cui ho trascorso i primi anni della mia vita, prima con la balia e poi con la nonna, e che non ho mai smesso di frequentare in tutti quei decenni in cui ho vissuto lontano, fosse a cinque chilometri o a mille. Gli anziani che possono ricordare, stanno morendo tutti : è naturale, mi sto avvicinando io alla sessantina.  Ho parlato , ultimamente, solo con i figli della mia balia, ricordando le due rogge, e i fiori di 'San Giuseppe', fiorellini bianchi che spuntavano sulle sponde di questi due piccoli corsi d'acqua. E le robinie in fiore, con quel loro profumo intenso. C'era uno stagno con le rane e le lucciole, campi pieni di fiordalisi e di papaveri, i cortili con le pannocchie appese, la punizione di sgranare i piselli per costringere 'pesti' inquiete come me, a stare seduta tranquilla. La mia balia mi portava con la zappettina nel suo campo, quelloche, come molti altri,  ora è la superstrada Milano-Meda.
Questi campi si sono ritrovati pieni di uomini in tuta bianca nel 1976, quando successe la storia della diossina. Forse è stato creato più terrore del necessario, forse per strumentalizzarlo, non so. Non sono a conoscenza di dati precisi. Ho conosciuto, anni fa a Castelrotto, il Chimico inviato qui dall'Istituto Superiore di Sanità e ciò che è emerso è una grande verità : non era mai successo niente del genere prima, ciò ha reso i dati e i fatti una esasperazione, a volte una caccia alle streghe. Quello straordinario quanto negativo fatto ha dato luogo ad una direttiva europea, col nome di "Direttiva Seveso" , attualmente ancora in vigore in materia di sicurezza ambientale.
Io sono passata in bicicletta lungo il muro dell'Icmesa a poche ore dalla fuoriuscita della diossina, e non ho mai avuto problemi, ma penso che la verità, la reale situazione di allora, e sottolineo, di allora, sia ancora tutto un 'forse'  che solo il passare del tempo chiarirà.
Ecco, il memoir non deve servire a scandire fatti e date, ma richiamare ,per esempio, la paura che avevo io, che allora abitavo in centro Seregno,  di dover lasciare tutto, anche le pochissime cose che mi sono tanto care, come lettere, libri, piccoli oggetti regalati da persone indispensabili al mio cuore. So che mi alzavo al mattino, e l'ho fatto  per una settimana, spiando il colore del cielo.
Ora ci abito, in questa mascherata periferia di Milano, con il Bosco delle Querce, il Parco delle Groane, il mio giardino, e la linea ferroviara , una tra le più antiche, che sta per essere riaperta, la Seregno-Saronno-Novara-Malpensa : sarà la mia porta sul mondo,  che mi permetterà di relizzare il mio sogno, che finora è stato possibile solo a Basilea, di non usare più l'auto.
Ma il memoir non deve servire ad ancorare nessuno al passato : come tutto il passato deve servire per una futuro migliore,  per apprezzare ciò che abbiamo nel presente, e per farci capire cosa è veramente importante.
P.S. : Spero che il professore dello IULM che mi fece l'esame di Composizione Italiana, non legga questo blog : inorridirebbe per la mia ripresa abitudine brianzola di sostituire il passato remoto col passato prossimo.

lunedì 5 dicembre 2011

L'occhio interiore

"Guardavo il cielo stellato.
Una stella che il giorno prima c'era, di colpo è sparita. In realtà era morta da milioni di anni come milioni di altre stelle che stavo contemplando.
Mi sono allora reso conto che stavo guardando un cimitero di stelle, vivendo nel passato.
Allora ho ruotato di 180° il mio occhio interiore, per occuparmi del futuro ."
Larry, Numb3rs


Soldi

Se non abiti, come me, nel paese di Utopia, devi sapere che esistono regole basilari per far soldi, che non hanno bisogno di banche, titoli di stato, Borse o quant'altro. L'ho scoperto poco per volta e a mie spese, sentendomi tradita soprattutto da amici e parenti.
Regola numero 1 : NON fare il comune lavoratore dipendente, perchè non puoi scappare dalle tasse, o cercati un paio di lavori in nero da svolgere nei ritagli di tempo.
2:  NON lasciarti impietosire dall'amico disperato che non sa come pagare la rata del mutuo della casa, perchè non ha soldi.
3: Se scopri che qualcuno indossa un cappotto da quattro soldi, soprattutto se anziano e con la pensione minima, e batte i denti per il freddo, pieno di dolori per l'artrite, non toglierti il tuo piumino di marca superipercaldo per darglielo.
4: Se ti sposi o convivi,o vai ad abitare da solo, continua ad andare a mangiare a casa dei genitori pensionati, porta via soldi, gioielli e buoni postali con le scuse più pietose (poi te li dò,mi sono dimenticato di prelevare) e NON dare in cambio nemmeno un sorriso . Fai loro credere che ti occuperai di loro quando avranno problemi fisici, ma ricordati di cominciare a prenotare l'ospizio più economico dove sbatterli a suo tempo. E se hai figli,considera tuo diritto divino che tua madre arrivi magari anche a licenziarsi da un lavoro a tempo indeterminato, per tenerti il figlio 10 ore al giorno, madre a cui tu non porti né pannolini né cibo, e che deve lavare e stirare per te. Genitori a cui chiedi di tenerti il figlio anche di sabato perchè devi fare le pulizie o vuoi andare in una Spa per rilassarti di aver fatto la passacarte faccio-meno-che-posso-e mobbizzo-la collega più-brava-di-me, in qualche ufficio.
5: NON fare il volontario di qualche ONLUS o di qualche Croce, Bianca, Rossa, D'Oro o quant'altro.
6. Se hai una zia zitella è il momento che ti attivi per intortarla per bene, per farti lasciare in eredità il più possibile.
7: Se tuo fratello fa fatica economicamente, non aiutarlo, ma regalagli un sorriso da io-sono-perfetto, dicendo :" Chi ti ha detto di fare due figli? Hai voluto la bicicletta, pedala."
8: NON dare importanza alla cultura. Finite le scuole dell'obbligo, pensa di sapere già tutto e che tu non abbia più nulla da imparare. NON badare ai sogni e alle predisposizioni di tuo figlio : spingilo a frequentare al massimo la Facoltà di Economia e Commercio, o Ingegneria Gestionale, anche se sogna anche di notte, di fare il Dottorato di ricerca su Kant, o si immagina in qualche laboratorio a sprovettare in mezzo a sostanze chimiche. E soprattutto non comperare libri, perchè più di dieci tomi ti rovinano la vetrinetta del mobile della sala, pagato una cifra assurda ,perchè IKEA non è cool. Quando vai in un centro commerciale, evita il reparto libri, soprattutto se tuo figlio tende a prenderne uno. Ma evita anche il reparto giornali: il Topolino non è fashion. Tanto tu dici di sapere l'inglese ma non sai bene cosa significhino cool e fashion, ma hai paura che i compagni di scuola lo isolino. Ed i giochi non devono essere il Lego, o Sapientino, ma rigorosamente ciò che la pubblicità Mediaset ti dice, 24 ore su 24, per 12 ore contro le 12 di effettivi programmi.
9: Mi stavo dimenticando : un uomo politico, tempo fa consigliò alle donne di sposare uno ricco, perchè il mondo è pieno di uomini ricchi che possono affermare che la crisi non c'è, e la madre della donna dovrebbe insegnarle arti sopraffine per diventare una capace di prendere il maschio per il 'verso' giusto.
Penso che questi consigli siano sufficienti per farti avere case, gioielli, soldi in banca, vacanze riposanti, e quant'altro.
"Beata l'ignoranza che ti fa star bene di testa, di cuore e di panza".
Se scrivessi questi consigli su Facebook, mi ritroverei sommersa di insulti, o da commiserazione e derisione: "E' proprio stupida. Sa come fare e non ha fatto, si arrangi! Vado a vedere il Grande Fratello mentre mangio merendine. Tanto poi vado in palestra, così mi procuro anche relazioni. e poi, l'istruttore è così macho!"


mercoledì 30 novembre 2011

Il Fioretto

Mi sono chiesta quali siano le motivazioni per l'apertura di un blog, e vorrei fare una sondaggio, anche se forse basterebbe esaminare i temi trattati per avere una risposta. al di là delle banali motivazioni commerciali , di prodotti o di sé stessi, c'è il diario, quello che una volta era costituito da un quadernetto con una chiavetta, regalo di compleanno o di Natale che ci si faceva tra amiche adolescenti. Ma la spinta più consistente è data dal bisogno di parlare senza che nessuno ti zittisca : in fondo, gli insulti che puoi ricevere con i commenti si possono ignorare. Perchè , per i motivi più svariati e senza distinzione di età o di sesso, troppo spesso ci si ritrova a fare la  Vox clamantis in deserto, come detto nella Bibbia (Isaia 40.3).
Io, forse , sto vivendo questo mio momento da Web 2.0 come un far partecipe il mondo di ciò che ho scoperto, ciò che ho imparato. So di correre il rischio di essere definita, come già successo, maestrina o femme savante, donna saccente.
Ho letto, studiato discusso molto, forse troppo, o forse non abbastanza, ma ho sempre considerato tutto come una gioia di cui gli altri dovessero essere partecipi.
Nelle mie svariate letture, ci sono stati scritti di uno dei più illuminati cattolici che sia mai esistito : Carlo Maria Martini. Questi suoi scritti mi hanno permesso di capire anche il valore dell'odiato Fioretto-dell'Avvento-e-di-Quaresima. Cominciavano a Catechismo, poi c'erano le nonne, le insegnanti, il Don di turno all'Oratorio, con l'obbligo della Confessione se non lo rispettavi. Ti davano il permesso di scegliere quello che volevi, dall'aiutare la mamma ad apparecchiare la tavola, al non toccare il cioccolato o altro.
Crescendo, ho visto adulti decidere di osservare il Fioretto, e non adulti bigotti, non quelli che hanno letto la parabola del Fariseo e del Pubblicano del Vangelo di San Luca ma non hanno capito nulla. E mi sono chiesta perchè. Poi, con gli 'aiutini' sopracitati  e con altre letture, di alcune religioni o filosofie o di atei, sono arrivata a quella che per me è stata una grande scoperta. Superata la ribellione della coercizione infantile, ho dedotto che il fioretto è una forma di autodisciplina, capillare e attuabile fin dalla tenera età, quella che ti permette di essere sempre pronto, e rende stupidi ed idioti quei corsi di sopravvivenza tanto visti e tanto inutili, diffusi dalle televisioni, come rende altrettanto stupido il circondarsi di persone che potrebbero aiutare, o l'accumulare beni materiali oltre la quantità decente.
Chi guarda l'Isola dei Famosi, TRA L'ALTRO, non si rende conto che un microfono ed una telecamera, falsano inesorabilmente la realtà? Per capirlo non serve aver studiato Chimica, basterebbe magri solo aver visto per caso  la puntata di Numb3rs che parla del principio di indeterminazione di Heisenberg e della sua traslazione concettuale, in cui la spiegazione di questo principio veniva data con una semplicità disarmante e a prova di istruzione elementare. O basta usare il proprio cervello. E si ricade sempre nel discorso che a molto si può arrivare a volte solo col buon senso, quello che una volta si chiamava 'saggezza contadina', fatta quindi anche di sana diffidenza.
Il mio cervello l'ho sempre usato troppo e forse male, e di certo non mi ha arricchito né mi ha fatto diventare fashion e cool. Chi ha ragione?
A proposito di Heisemberg, Numb3rs e 'state pronti', uno dei prossimi, noisissimi, miei post, parlerà del Cigno Nero. Yum! da 'leccarsi i gomiti' o vomitare.



venerdì 25 novembre 2011

die Vergangenheitsbewältigung o l'orticello degli italiani

La lingua tedesca ha migliaia di vocaboli più della nostra, perchè ama riassumere in una sola parola un intero discorso. 'Die Vergangenheitsbewältigung' significa 'rielaborazione del passato e suo superamento'.Stupendo! O specifica precisamente che tipo di rapporto c'è in una coppia., per cui 'der Lebengefährte' è il compagno di vita, ma 'derLebensabschnittgefährte' è il compagno di un pezzo di vita. Lo stare insieme per convenienza è 'zweckgemeinschaft sein' e mitico!!! 'der Mitläufer' è uno che è un fiancheggiatore, un gregario, uno che va con la folla. Provate poi a trovare un unico termine per tradurre 'Querdenker'! Gli inglesi se la cavano traducendolo con maverick, ma noi italiani dobbiamo accettare il compromesso del significato melange di non conformista, spirito libero, chi pensa di traverso, chi la pensa in modo diverso. Potremmo azzardare una traduzione con 'eretico'? Non so.,
La lingua francese, che centellina le sensazioni come un raffinato sibarita, propone diverse sfumature, per esempio, per due termini che noi usiamo troppo spesso male : amico e parola. I francesi hanno l'ami, le camarade, e, delizia! le compagnon, che non è il compagno di merende, ma qualcosa di molto di più. Per capirlo bene, occorre leggere 'L'Opera al nero' della Yourcenar che, nel testo originale definisce Zénon, alchimista, come le compagnon du feu. E quella che noi chiamiamo parola, per loro è le mot, la parole, le language.
Noi italiani, con il nostro campanilismo feudale e i nostri orticelli bunker, non difendiamo la nostra splendida, eccezionale, ricchissima lingua. Accettiamo i linguaggi con termini stranieri definendoli settoriali anche quando non lo sono, e abbiamo ridotto all'osso i termini che usiamo, disconoscendo sinonimi e forme grammaticali. Pensate all'uso spropositato del verbo fare o alla sparizione dei congiuntivi e degli avverbi, anche e soprattutto da parte di giornalisti della carta stampata. Un tempo i mezzi di informazione, che ora gli idioti chiamano media pronunciando midia ( media è una parola latina, significa mezzi.Provate a pronunciare steige lo stage,di fronte ad un francese, che ha inventato il temine!), INSEGNAVANO, cercando di portare i più illetterati ad un livello medio. Ora il livello della conoscenza viene tutto abbassato drasticamente, quello che usa  termini poveri con l'aggiunta di termini volgari, pensando di farsi capire ed accettare maggiormente. Non dico di usare il linguaggio estremamente preciso di Vendola, ma nemmeno di utilizzare abitualmente quello di certe trasmissioni ,soprattutto quelle propinate da certe televisioni, o da alcuni giornali locali.



giovedì 17 novembre 2011

Il Viaggio

Tradisco ancora una volta lo scopo del mio blog, l'idea originale di occuparmi di ossimori.
Sotto il titolo "Il Viaggio", vorrei saper scrivere come Pirandello , e regalare al mondo, con questo titolo, una delle più belle pagine della letteratura. Ma sono solo io.
Sono in viaggio, ogni vita lo è. Quando rincontro persone del mio passato, scopro che molte di loro si sono accoccolate nel proprio orticello e sono felici. 
Io sono sempre in cammino, anche se a volte vorrei trovare la mia Locanda Almayer (Oceanomare - Baricco) e potermi fermare.
Per molte delle persone del mio passato, probabilmente sono una fallita. Non mi sono laureata, abito in un piccolo paese e la mia casa non è certo da rivista, non ho il Cayenne e per me la moda è una parola sconosciuta, vado in montagana d'estate, e il più bel regalo che possono farmi i miei figli sono i libri ed un sorriso, e da mio marito voglio solo del tempo insieme, solo nostro.
Non so perchè non mi fermo. Di fronte al mare, ho sempre  guardato l' orizzonte dicendomi :" Mi piacerebbe arrivarci, vedere quanto orizzonte c'è ancora, e seguirlo". Poi sono salita sulla montagna. Ad ogni giro del sentiero il paesaggio era diverso, anche se a volte in parte conosciuto. E sopra, tanto cielo!
Il 'tanto cielo' della montagna è diverso da quello del paese o della città.Quando sono venuta ad abitare qui, da Milano, mi sentivo indifesa, senza i palazzi di Niguarda, gli alberi del viale Fulvio Testi, perchè là il cielo aveva il profilo rassicurante di un tetto o di un albero o dei ponti della ferrovia in lontananza, accompagnato dallo sferragliare del tram. Qui il cielo mi soffoca una po', e devo andare dove vedo la sagoma del Resegone e delle Grigne per sentirmi respirare.
Ora non posso viaggiare tanto, ma libri, Internet , foto ed i racconti dei miei figli e mio marito, rendono un mondo le mie forzate quattro mura. Basterà per quell' inquietudine che rende così impegantivo lo starmi vicino?


                                                     I piedi di mio figlio su un ponticello all' Alpe di Siusi








lunedì 7 novembre 2011

Il Debole e il Forte

I Forti spesso sono tali perchè hanno avuto una vita difficile e/ o un genitore che ha loro ripetuto dal primo momento, 'nicianamente', "Ciò che non uccide, rafforza.". Mi sono chiesta perchè essere Forti debba significare non dovere mai avere bisogno degli altri ed essere abbandonati. Esistono la vecchiaia, la malattia, i problemi economici imprevedibili. Un Forte che chiede aiuto, si sente sempre rispondere scocciato . "Ma non puoi arrangiarti da solo?".O, peggio, si sente accusato di tradimento.
E mi sono chiesta : perchè il Forte tende a proteggere ed aiutare quello che gli SEMBRA più debole? Sa che per essere Forte deve imparare a stare in piedi con le sue gambe . Il debole è davvero debole? O è un opportunista egocentrico che presto eserciterà su chi gli sta attorno, una traslata 'dittatura del proletariato'?


Celle Ligure, 7 marzo 2009




IL NOME

Forse sono squilibrata, o, come dicono dalle mie parti :"l'a ga temp de tra via", ho tempo da buttar via.
Mi sono sempre chiesta e continuo a chiedermi il perchè delle cose ed il loro significato.
Un giorno, ho realizzato mentalmente che le persone con lo stesso nome, o avevano caratteri simili o diametralmente opposti. Dopo essermi data dell'imbecille (non credo a oroscopi, a fortune e sfortune, ecc.), mi sono messa filosoficamente all'opera per darmi una spiegazione.
E me la sono data, e mi piacerebbe molto sapere se qualcun altro è d'accordo o viene considerata,domanda e risposta, un discutere lezioso sul sesso degli angeli.
I nomi vengono scelti dai genitori per la maggior parte delle volte, anche se vige ancora la barbara usanza di avere il nome di un morto come imposizione, nonno , nonna, o altro che sia. Mi sto chiedendo quanti Marco ci saranno dopo la tragedia immensa della morte di Marco Simoncelli (per inciso: se avessi perso mio figlio impazzirei!!!). Anni fa c'erano in giro un mare di Sue Ellen, J.R, Pamela. Ma questo non sposta di una virgola la mia spiegazione. Se il nome è deciso dai genitori, DNA non mente e i figli avranno parte delle loro cartteristiche dominanti anche caratterialmente. Anche un nome di protesta lo dimostra. Anche un nome scelto per una serie televisiva, Grande Fratello compreso, lo dimostra, se non altro perchè è la prova di quanto poco carattere hanno le persone che operano queta scelta.
Non voglio fare esempi negativi, per non scatenare quei pochi che mi leggono. Porto un esempio positivo : le donne che si chiamano Giuditta, che ho conosciuto, sono tutte persone energiche e con un'attitudine al comando, qualsisi aspetto fisico abbiano. La mia eccezionale sotto ogni aspetto ex Ispettrice di Croce Rossa ne è sempre stata la prova : meno di un metro e mezzo, con una vocina leggera, ma ha saputo tenere in riga Croce Rossa e due Licei prima come insegnante di matematica poi come preside.
Lo so che zio Willie si rotolerà nella tomba, lui e la sua rosa che non perderebbe il profumo se avesse un altro nome.




lunedì 24 ottobre 2011

13 portafortuna

13° post ma il suo titolo dovrebbe essere "Tra color che son sospesi..."
Ho iniziato questo blog per caso. Cercando lavoro, mi sono imbattuta in un progetto europeo di e-learning, gestito in Italia dal Comune di Milano, in collaborazione col Metid del Politecnico, ed ho avuto a che fare con persone speciali. Proprio loro mi hanno convinto ad aprire un blog.
Ma al "povero commediante" di shakespeariana memoria si chiede : facce ride! e il mio blog non fa ridere.
Fa pensare, credo , ma soprattutto si pone presuntuosamente, incoscientemente, alla Grillo Parlante odioso, come mi sono sempre posta io, senza volerlo, forse a causa dei miei occhi chiari, cioè come un mirroir, uno specchio. Ma il proprio io riflesso non è quasi mai gradito, perchè è più facile, più semplice, più comodo e più istintivo  mentirsi.
E sto continuando a scrivere col dubbio perenne. Vorrei poter essere in qualche modo di aiuto alle persone come me, cioè a tutte le donne della mia età, che considerano la propria vita un viaggio perenne.
La mia vita lo è stata, con strade prese per caso, sentieri sbagliati, fughe all'indietro, cadute in precipizi, e continue salite sulla cima, col mio sasso alla Sisifo.
Sono cresciuta in un periodo di forte transizione, paragonabile forse al passaggio tra il Medioevo e il Rinascimento, o quello della scoperta del vapore, col suo uso per le macchine da tessitura ed i treni. Perchè il '68 lo è stato, e la mia gioventù è trascorsa con le poesie di Edgar Lee Masters, Prévert, le canzoni dei Beatles, di De André, Battisti e Tenco. Ma i miei genitori cantavano ancora : "Vieni,c'è una strada nel bosco" o "Tu che m'hai preso il cuor", o ancora "Mille lire al mese", e a Capodanno ,durante il pranzo, mio padre metteva sul piatto del giradischi il 33 giri del Concerto N°1 di Tschaikowsky. Mio padre,che parlava con noi a pranzo o cena, della religiosità del Manzoni o di Dante. Ed io facevo i conti con quell'eskimo mai comprato, i volantinaggi davanti alle fabbriche, la sorella di quel Franceschi, ucciso nel gennaio 1973, durante l'anno integrativo, il Capolinea di viale Monza.
Venivo dai pannolini di stoffa, dai ciripà e dalla zappetta per toglire le patate dalla terra, della mia balia. Ma la mia ultima sorella è nata coi Lines e  gli omogeneizzati.
Beh! Forse non ho letto abbastanza bene la Yourcenar che metaforizza la vita narrando quella di Zenone, nell'"Opera al nero". Il libro è diviso in tre parti, intitolate La vita errante, La vita immobile e La prigione.
In questo libro si dice, non ricordo più in che punto : "Chi sarebbe così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?
Il segreto della vita non potrebbe stare proprio in questo? Cioè nel non lasciarsi deprimere dal troppo passato dietro e dalla certezza che i prossimi 57 anni (Dio ce ne scampi!) non ci permetteranno un fisico ed un'accettazione sociale come quelli avuti nei primi 40? Anche se il proprio motto è PER ARDUA AD ASTRA?
Mi piacerebbe che qualche aliena come me, non considerasse questo post come deprimente, e me ne desse riscontro.

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te : non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un via vai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.     Costantinos Kavafis

martedì 18 ottobre 2011

LIBERTA' VADO ANCORA CERCANDO...

 Uno dei fratelli di mio padre, nato nel 1915, era sacerdote, Don Aurelio Giussani. Nella sua vita, aveva insegnato greco e latino nel Collegio "S.Carlo" di Milano, ed era un uomo straordinario. Vestiva "in clergyman", perchè portava malvolentieri la veste lunga, che considerava poco pratica, e questo negli anni '50!. Guidava una delle prime '600, a saetta nel traffico di Milano, e purtroppo la sua perenne fretta gli aveva procurato un incidente nel 1959. Quattro anni più tardi dovette subire un'operazione al cervello (una delle prime effettuate a Milano), per la rimozione di un ematoma causato proprio da quell'incidente.
 Era stato cappellano, partigiano sull'Appennino Parmense, durante la Seconda Guerra mondiale. Scrisse un diario di questa sua avventura tragica, "Diario Clandestino", e una frase, un titolo di un capitolo, mi ha particolarmente colpito : "Libertà vado ancora cercando..."
Scrisse nell' epilogo : " E' il decimo 25 aprile che ritorna...- Ma è proprio questa la liberazione che avevo sognato?.. - I morti per la libertà sono stati troppo traditi. Mi sembra di essere stato tradito anch'io da questi rivoltosi, tomentati e sconvolti dall'odio...".
    Questa è la frase che mi è risuonata nella mente domenica, quando i Black-block hanno distrutto la protesta giusta e sacrosanta di un'Italia  stanca,delusa e tradita.
Io sono una delusa dal '68 e non sono l'unica. Leggete "Avevo vent'anni" di Enrico Franceschini!
Domenica ho rivisto, risentito e rivissuto la stessa speranza, e poi la stessa ansia, e poi ancora la stessa delusione degli anni '70, quando percorrevo via Celoria di corsa, per paura di essere sprangata da quelli di Agraria. Indossare un eskimo mi avrebbe garantito maggior anonimato e meno possibilità di sprangate ma  i miei genitori si rifiutavano di comprarmelo, e il mio fidanzato non voleve vedermelo addosso. Quando raggiungevo i cancelli di Chimica, tiravo un sospiro, e ricominciavo a sperare, purtroppo vittima dell'utopia che la differenza tra i sessi fosse solo un banale inciampo morfologico, che potesse comunque funzionare a 'coincidentia oppositorum', completamento, collaborazione, che il cervello fosse sopra ogni stereotipo sessista.
E' questa la libertà che io vado ancora cercando...

venerdì 7 ottobre 2011

A impatto zero o la Doute

Apateia, aporein, epoché.
Non conosco il greco. Ho studiato secoli fa filosofia, ed ho letto, tempo fa, dei libri di Luciano De Crescenzo. Per questo mi permetto di citare queste parole, che, tradotte, significano: distacco dalla passione, dubbio, sospensione del giudizio, parole che contengono una definzione di libertà come indipendenza dai bisogni.
Questa la premessa.
Una cara amica tedesca, con qualche anno più di me ed una vita difficile, ha definito questo blog zu negativ, troppo negativo. E mi ha consigliato di interessarmi degli altri ( o di altro?rivedrò la traduzione dal tedesco).
Io mi sono sempre interessata fin troppo degli altri, trascurando troppo spesso me stessa.
Mi sono sempre interessata fin troppo del mondo, trascurando i miei obiettivi, perdendo la strada maestra che non sempre sono riuscita a ritrovare.
Più che negativa, sono italiana, di questa Italia sempre più piena di contraddizioni un tempo regolate dalle convenzioni e da valori solidi.
L' Italia con un territorio stretto e lungo in mezzo al mare, che ci fa ghiotto boccone un tempo di conquiste, oggi di basi militari ed interessi svariati. Ma che mare ci sta attorno!!! E le montagne? Abbiamo il monte più alto d'Europa,il Monte Bianco, l'Altopiano più alto col prato più esteso, l'Alpe di Siusi, opere d'arte a non finire, storia che gli USA probabilmente ci invidiano, perchè la loro ha solo duecento anni, dato che hanno cancellato con violenza quella dei nativi. E abbiamo le discariche a cielo aperto, i rifiuti di Napoli, la mancanza di senso civico, la lode del furbetto evasore fiscale, la mafia.
Abbiamo Rubbia, Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Giorgio Bocca, Dario Fo, Benigni e Travaglio, Napolitano, e tutti quegli splendidi cervelli che lavorano meno alla luce del sole. E abbiamo la Banda Bassotti, con le sue becere affermazioni ignoranti sul nucleare prodotto dalla scissione delle cellule, o il tunnel di 730 chilometri tra Ginevra e il Gran Sasso.
Non so se avrò la pensione, non so se i miei figli troveranno lavoro ed abito in un Nord Italia che odia l'extracomunitario , ma lo sfrutta a piene mani per avere manodopera in nero, e non pagare le tasse, ed è ricco anche per questo.
Nota per chi non sapesse : extracomunitario è anche lo statunitense e lo svizzero.
Allora, come posso non essere zu negativ?
Sono brianzola, mi sono sempre tirata sù le maniche coi proverbi della mia mamma : vale più un andare che cento andiamo, chi fa da sè fa per tre, aiutati che il ciel ti aiuta, mai paura, non tutta l'acqua buttata sul muro finisce a terra, ecc.
Ho vissuto gli strascichi del '68, con ancora barricate e paura delle sprangate a Città Studi, passando dalla Facoltà di Agraria.
Ma ora ,a 57 anni anni, ho paura. Forse, da vecchio Don Chisciotte abito nel mondo di Utopia. E cerco di capire cos'è veramente importante, e cosa vale la pena di tenersi stretto, cose che nessuno può portare via ,qualsiasi governo, o situazione economica ci sia. Ciò che nessun ladro possa rubare.
Per essere libera.

venerdì 16 settembre 2011

"Mazza la vecchia..." per una botta di sentimentalismo anacronistico ?

"...col Flit e se non muore col gas.". Non chedetemi in quale momento del mio più lontano passato io l'abbia sentita, o quale sia il  reale significato di questa filastrocca  che veniva  considerata buffa.
Oggi  io sono vecchia.
Oggi tutti sono vecchi, considerati tali soprattutto lavorativamente dopo i trent'anni. Non fa nulla se per contraddizione, per assurdo, la vita avrà ancora 50 o 60 anni davanti.
Il cervello è più lento? Ma quanto ergonomicamente potente diventa, quanta esperienza globale, quanti ricordi ed emozioni vivide sa avere! Dopo i quaranta, cinquant'anni, la natura toglie o riduce drasticamente la funzione biologica che fa capaci e pronti a "far" figli. Ma si diventa sommeliers delle sensazioni, anche di quelle che l'esperienza dà permettendo di attuare il problem solving o di vedere pericoli nascosti.
L'età degli -anta fa centellinare le emozioni, magari con la nostalgia del tuffo al cuore, delle mani sudate prima di un incontro.
 Ho letto un libro tragico ma purtroppo vero : "Non è un paese per vecchie" di Loredana Lipperini. Poi ho cercato, d'istinto, su You Tube " La chanson des vieux amants" di Jacques Brel e "La canzone dell'amore perduto" di Fabrizio De André , due guru della mia giovinezza con Battisti, Mina e Celentano. Quanta musica può aiutare a vedere i riccioli del nostro compagno ormai pelato! Quante canzoni regalano una leggerezza magica alle gambe piene di vene varicose ed appesantite dalla cellulite! Quanta speranza e forza può dare urlare con Calaf "Vincerò"! O ascoltare Debussy : altro che musica relax delle Spa!
Quelle della mia generazione sono cresciute con madri che cantavano "Vieni ,c'è una strada nel bosco" e "Tu che m'hai preso il cuor". Poi ecco il '68, quello che ha illuso e disilluso. quello che, a conti fatti, è stato trattato come la proposta di Basaglia sui manicomi, attuata nella distruzione di una realtà preesistente a cui non è però stato fatto seguire ciò che realmente Basaglia aveva proposto in sostituzione costruttiva.
Allora, benvenute coetanee, a cui regalo una stralcio di una stupenda poesia di W.B.Yeats:

"An aged man is but a paltry thing,
A tattered coat upon a stick, unless
Soul claps its hands and sing, and louder sing
For every tatter in its mortal dress."
"L'anziano non è che un relitto umano
Un abito a brandelli appeso ad una bastone
A meno che l'anima non batta le mani e canti,
E canti sempre più forte, per ogni brandello
del suo abito mortale."


mercoledì 7 settembre 2011

L'Italia s'è desta?

In questo nostro stupendo paese pieno di contraddizioni, ho solo due citazioni da trascrivere:

"Chi non si muove, non può rendersi conto delle proprie catene"  Rosa Luxemburg

"Un popolo ignorante è un popolo facilmente ingannabile"  Ernesto Che Guevara

domenica 28 agosto 2011

Stay hungry, Stay foolish!

 DA LEGGERE!
Discorso di Steve Jobs ai neolaureati di Stanford.
Leggere per riflettere, per tirarsi sù le maniche, per vergognarsi un po' o molto di essere quella metà dell'Italia che guarda il Grande Fratello, che afferma che il  nucleare deriva dalla scissione delle cellule, o che parla di una Padania che non è mai storicamente esistita.
Mio padre diceva : "Cerca di sapere il più possibile, per essere libera"
E occorre ricordare un proverbio orientale :
"Se vedi un gigante, guarda dov'è il sole. Probabilmente è solo l'ombra di un nano."
                                                                                                                                              
Ai veri giganti, un saluto immenso

mercoledì 27 luglio 2011

domenica 24 luglio 2011

Il silenzio assordante 1

Per me ossimoro significa anche contraddizione, paradosso, assurdo, incoerenza. Memo.
Penso che il silenzio non esista e non dico per chi vive nella mia intasata Lombardia.
2000 metri, Alpe di Siusi, 4 di notte : sfido chiunque a non sentire il proprio respiro, il battito del proprio cuore. Lo sanno perfino i buddhisti tibetani.
E' la spiegazione che mi sono data al corso di Musicoterapia che seguii anni fa. E' stato dato in mano a ciascuno dei partecipanti uno strumento a percussione, ed è stato detto di battere. All'inizio i ritmi erano differenti, poi si sono uniformati e, straordinario!, le battute si sono portate tutte a 72 al minuto, le stesse del battito cardiaco standard.
Appurerò se si sente il proprio battito anche in una stanza anecoica.
Allargando il discorso, prendo a prestito una frase della stupenda vecchia canzone "La voce del silenzio", cantata anche da Mina e da Massimo Ranieri: "ed improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto". Quante volte il nostro silenzio è così tanto popolato da suoni nostalgie, volti, 'convitati di pietra' che portiamo appresso e cerchiamo troppo spesso di scacciare!
Non so se è per questo che quasi tutti gli esseri umani lo rifuggono o se il rumore serve solo a mascherare il vuoto di idee, di pensieri, di attività mentale, di uso cosciente del proprio sistema nervoso centrale e non solo di quello vegetativo.
A' bientôt

martedì 12 luglio 2011

La bellezza degli ossimori

Una bella idea e splendide scelte grafiche.

Un dubbio: la persona di spalle nella foto... sei tu?

giovedì 7 luglio 2011

Udite, udite !!!

NOTIZIA "OSSIMORICA" :
La Germania segnala una forte diminuzione della disoccupazione.
Le agenzie per il lavoro LICENZIANO 10.000 persone.

lunedì 27 giugno 2011

Mai paura!


Intendo usare il termine 'ossimoro' ad hoc, a mio uso e consumo, con esempi che dicano quanto Giano bifronte esista.
Termini che si contraddicono fra loro, concetti che fanno lo stesso.
Basta guadare gli annunci economici per la ricerca di lavoro :"Cercasi giovane laureato max 25 enne con esperienza". " Cercasi max 19enne con esperienza (ma non devono andare a scuola fino a 18 anni? O si fa il conto di un pluribocciato che lavora in nero?).
 O, come ha detto Travaglio, è stata fatta una legge che permette agli extracomunitari di venire in Italia se già hanno un lavoro. Chi glielo dà senza vederli in faccia? Non certo gli imprenditori italiani.
Altro 'ossimoro' di cui parlerò ampiamente , riguarda le persone-AIDS ,quelle che-se-le-conosci-le-eviti : sembrano la Perfezione, e ci impieghi anni per capire che si nutrono di te, e nessuno ti crederà mai se tu ti lamenti o finisci dallo Psicologo, che chiaramente metterà te in analisi. Questo argomento avrà largo spazio, perchè si parla tanto di violenza sulle donne (ultimamente anche sugli uomini) ma si parla solo di violenza fisica, mai psicologica.

venerdì 24 giugno 2011

OSSIMORO

Ossimoro : figura retorica consistente nell'accostare, nella medesima locuzione, parole che esprimono    concetti contrari. (dal dizionario Devoto-Oli)
Bene. Da qui l'inizio della fine.
Cominciamo dal titolo del blog Oceanoinvolo. Qualcuno, un po' scarso di fantasia, può dirmi :" Ma come fa  un oceano a volare? ".
Bene. Da oggi in poi proverò a inondare il web di ossimori, scontati e non, con citazioni mie e di illustri.  Allora dal prossimo post BENVENUTI.