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lunedì 19 dicembre 2011

C'è un canto dentro di me







C'È UN CANTO DENTRO DI ME

Giovanni Papini

   

   

C'è un canto dentro di me che non potrà mai uscire dalla mia bocca - che la mia mano non saprà scrivere sopra nessun pezzo di carta.
C'è un canto dentro di me che devo ascoltare io solo - che devo soffrire e sopportare soltanto io.
C'è un canto chiuso nelle mie vene come gli adagi celestiali nelle canne argentate degli organi - c'è un canto che non fiorirà come la radice del giaggiolo sepolta sotto la frana.
C'è un canto dentro di me che che resterà sempre dentro di me.
Se questo canto uscisse dal mio cuore romperebbe il mio cuore.
Se questo canto fosse scritto dalla mia mano nessun'altra parola più potrebbe scrivere la mia mano.
Questo canto non sarà detto che nell'ultima ora della mia vita; questo canto sarà il principio d'una felice agonia.
C'è un canto dentro di me che non può uscire fuori di me perché non furono ancor create le parole necessarie.
Un canto senza misura e senza tempo; senza ritmo e senza leggi.
Un canto che non può adagiarsi in nessuna forma e che spezzerebbe qualunque linguaggio.
Un canto che nessuno potrebbe ascoltare senza che la sua anima fosse sgomenta dalla sorpresa e ricolorata da un altro sole.
Un canto più respirato che detto, più presentito che manifestato: suono di luci, raggio d'accordi.
Un canto che non desidera nessuna musica perché sarebbe più melodioso d'ogni strumento conosciuto.
Dentro il mio cuore così grande che a giorni contiene l'universo questo canto è così grande che ci sta a gran fatica. Nei minuti più angosciosi della vita questo canto vorrebbe traboccare dal mio cuore troppo stretto come il pianto dagli occhi di chi piange se stesso. Ma lo respingo e lo ringhiotto perché insieme a lui anche il sangue del mio cuore traboccherebbe con la stessa furia voluttuosa. Lo rinchiudo in me stesso perché non voglio ancora morire.
Son la vittima docile di questo canto divino e omicida. Debbo serrare il cuore come la porta di una carcere e soffocare i suoi battiti soprumani come tanti rimorsi. Ed essere, con tutta la mia tenerezza, il feroce a cui non s' accostano i deboli.
Perché il mio canto sarebbe uno spaventoso canto d'amore e quest'amore brucerebbe tutto quello che tocca.
L'amore che riscalda soltanto è appena tiepido ma il vero amore nel medesimo soffio bacia e distrugge.
Quest' amore sarebbe così splendente d'infocata bramosia che in quel giorno la terra illuminerebbe il sole e la mezzanotte sarebbe più ardente del più bruciato meriggio.
Ma io non canterò mai questo terribile canto che mi consuma senza che nessuno abbia compassione del mio tormento.
Non canterò questo canto meraviglioso che la mia paura rinnega e che fa tremare la mia debolezza.
Non canterò questo canto perché nessuno potrebbe sostenerne l'infinita, la straziante, la dolorosa dolcezza.
   

(da Opere di Giovanni Papini. Volume diciassettesimo. Poesia in prosa. Cento pagine di Poesia - Giorni di Festa. Nuova edizione con molte aggiunte, Vallecchi, Firenze, 1932, pp. 273-276. Originariamente in Cento Pagine di Poesia, 1915, con qualche leggera differenza).


Se la Letteratura Italiana  e gli autori classici ci venissero insegnati a partire da certe loro opere senza tempo, senza luogo se non nell'animo ...

giovedì 15 dicembre 2011

Esperanto

Parlando con qualsiasi straniero, nella mia vita e nei miei (pochi) viaggi, ho sempre utilizzato ed utilizzo, una specie di esperanto personale. Quando mi mancava , o mi manca,  il termine corretto, utilizzo le altre lingue, che peraltro conosco altrettanto 'spannometricamente'. E un bel sorriso ha reso sempre disponibile il mio interlocutore, che  conosce sempre qualcosa di un un'altra lingua, ad eccezione dell'interlocutore italiano..
In Catalunya, per esempio, fanno finta di conoscere solo il catalano, anche se a scuola devono studiare il castigliano. Ugualmente succede a Castelrotto e sull'Alpe di Siusi, col tedesco e l'italiano.A Basilea va molto meglio : è una stupenda città cosmopolita per natura. Ma se sei considerata straniera, te la cavi sempre.
Questo mio escamotage non è del tutto positivo. I francesi spocchiosi si voltano dall'altra parte sibilano un "Je m'en fiche". I tedeschi biascicano uno schifato "Italienerin!". Gli inglesi ti guardano esterefatti : come puoi non sapere la loro lingua,quella che hanno imposto (loro o l'economia) al mondo, o quello che loro lingua è diventata, un bastardamento di neologismi e pronunce orrende, dovute quasi esclusivamente a statunitensi ed indiani, che sicuramente fa rivoltare nella tomba lo zio Willie. E a Barcellona,mitica e stupenda città dove vorrei tornare magari per sempre, dove ho vissuto per tre mesi, c'era sempre la commessa o la cassiera che si impietosiva, forse perchè mi trascinavo dietro i miei bimbi ancora piccoli.
Non capisco perchè la difesa di una lingua passi per l'interruzione totale delle comunicazioni, e perchè, come già detto, gli unici che non difendono la propria lingua sono gli italiani. Forse perchè scrivono 'itagliani' con la 'g'?

domenica 11 dicembre 2011

Le memorie

Il memoir è un genere letterario simile all'autobiografia, che si scrive in qualsiasi momento della propria vita e non segue un ordine cronologico. E' quello che Gore Vidal definisce "il modo in cui si ricorda la propria vita". 
E' significativo, secondo me, che sia il genere più utilizzato dalle donne negli ultimi decenni, e sono spesso donne che non hanno altri modi di farsi sentire in una società patriarcale. Per questo lo si ritrova attualmente soprattutto come voci femminili italo-americane, o sudamericane, o africane.
Putroppo io non conosco molte autrici di questo genere,, ma ho letto il più possibile di due colonne della letteratura mondiale al femminile, che usano il memoir per scrivere pagine uniche : Isabel Allende e Marguerite Yourcenar.
Quando si comincia a scrivere memoir? Quando ci si ritrova ad essere SOLI A RICORDARE. Quindi non importa se lo si fa a quindici o a novant'anni. La lontananza, la solitudine, l' isolamento, la perdita di chi è più vecchio di noi, ci richiama l'urgenza di dire a qualcuno cosa c'è stato, quello che i libri di Storia non diranno mai.
Io NON sono l'Allende e men che meno la Yourcenar, ma spesso ho avuto la tentazione di provare a trascrivere ciò che è rimasto nella mia memoria, ed ho cercato di confrontare i miei ricordi, per paura di perderli o  falsarli con le nostalgie.
Ora abito nel paese in cui ho trascorso i primi anni della mia vita, prima con la balia e poi con la nonna, e che non ho mai smesso di frequentare in tutti quei decenni in cui ho vissuto lontano, fosse a cinque chilometri o a mille. Gli anziani che possono ricordare, stanno morendo tutti : è naturale, mi sto avvicinando io alla sessantina.  Ho parlato , ultimamente, solo con i figli della mia balia, ricordando le due rogge, e i fiori di 'San Giuseppe', fiorellini bianchi che spuntavano sulle sponde di questi due piccoli corsi d'acqua. E le robinie in fiore, con quel loro profumo intenso. C'era uno stagno con le rane e le lucciole, campi pieni di fiordalisi e di papaveri, i cortili con le pannocchie appese, la punizione di sgranare i piselli per costringere 'pesti' inquiete come me, a stare seduta tranquilla. La mia balia mi portava con la zappettina nel suo campo, quelloche, come molti altri,  ora è la superstrada Milano-Meda.
Questi campi si sono ritrovati pieni di uomini in tuta bianca nel 1976, quando successe la storia della diossina. Forse è stato creato più terrore del necessario, forse per strumentalizzarlo, non so. Non sono a conoscenza di dati precisi. Ho conosciuto, anni fa a Castelrotto, il Chimico inviato qui dall'Istituto Superiore di Sanità e ciò che è emerso è una grande verità : non era mai successo niente del genere prima, ciò ha reso i dati e i fatti una esasperazione, a volte una caccia alle streghe. Quello straordinario quanto negativo fatto ha dato luogo ad una direttiva europea, col nome di "Direttiva Seveso" , attualmente ancora in vigore in materia di sicurezza ambientale.
Io sono passata in bicicletta lungo il muro dell'Icmesa a poche ore dalla fuoriuscita della diossina, e non ho mai avuto problemi, ma penso che la verità, la reale situazione di allora, e sottolineo, di allora, sia ancora tutto un 'forse'  che solo il passare del tempo chiarirà.
Ecco, il memoir non deve servire a scandire fatti e date, ma richiamare ,per esempio, la paura che avevo io, che allora abitavo in centro Seregno,  di dover lasciare tutto, anche le pochissime cose che mi sono tanto care, come lettere, libri, piccoli oggetti regalati da persone indispensabili al mio cuore. So che mi alzavo al mattino, e l'ho fatto  per una settimana, spiando il colore del cielo.
Ora ci abito, in questa mascherata periferia di Milano, con il Bosco delle Querce, il Parco delle Groane, il mio giardino, e la linea ferroviara , una tra le più antiche, che sta per essere riaperta, la Seregno-Saronno-Novara-Malpensa : sarà la mia porta sul mondo,  che mi permetterà di relizzare il mio sogno, che finora è stato possibile solo a Basilea, di non usare più l'auto.
Ma il memoir non deve servire ad ancorare nessuno al passato : come tutto il passato deve servire per una futuro migliore,  per apprezzare ciò che abbiamo nel presente, e per farci capire cosa è veramente importante.
P.S. : Spero che il professore dello IULM che mi fece l'esame di Composizione Italiana, non legga questo blog : inorridirebbe per la mia ripresa abitudine brianzola di sostituire il passato remoto col passato prossimo.

lunedì 5 dicembre 2011

L'occhio interiore

"Guardavo il cielo stellato.
Una stella che il giorno prima c'era, di colpo è sparita. In realtà era morta da milioni di anni come milioni di altre stelle che stavo contemplando.
Mi sono allora reso conto che stavo guardando un cimitero di stelle, vivendo nel passato.
Allora ho ruotato di 180° il mio occhio interiore, per occuparmi del futuro ."
Larry, Numb3rs


Soldi

Se non abiti, come me, nel paese di Utopia, devi sapere che esistono regole basilari per far soldi, che non hanno bisogno di banche, titoli di stato, Borse o quant'altro. L'ho scoperto poco per volta e a mie spese, sentendomi tradita soprattutto da amici e parenti.
Regola numero 1 : NON fare il comune lavoratore dipendente, perchè non puoi scappare dalle tasse, o cercati un paio di lavori in nero da svolgere nei ritagli di tempo.
2:  NON lasciarti impietosire dall'amico disperato che non sa come pagare la rata del mutuo della casa, perchè non ha soldi.
3: Se scopri che qualcuno indossa un cappotto da quattro soldi, soprattutto se anziano e con la pensione minima, e batte i denti per il freddo, pieno di dolori per l'artrite, non toglierti il tuo piumino di marca superipercaldo per darglielo.
4: Se ti sposi o convivi,o vai ad abitare da solo, continua ad andare a mangiare a casa dei genitori pensionati, porta via soldi, gioielli e buoni postali con le scuse più pietose (poi te li dò,mi sono dimenticato di prelevare) e NON dare in cambio nemmeno un sorriso . Fai loro credere che ti occuperai di loro quando avranno problemi fisici, ma ricordati di cominciare a prenotare l'ospizio più economico dove sbatterli a suo tempo. E se hai figli,considera tuo diritto divino che tua madre arrivi magari anche a licenziarsi da un lavoro a tempo indeterminato, per tenerti il figlio 10 ore al giorno, madre a cui tu non porti né pannolini né cibo, e che deve lavare e stirare per te. Genitori a cui chiedi di tenerti il figlio anche di sabato perchè devi fare le pulizie o vuoi andare in una Spa per rilassarti di aver fatto la passacarte faccio-meno-che-posso-e mobbizzo-la collega più-brava-di-me, in qualche ufficio.
5: NON fare il volontario di qualche ONLUS o di qualche Croce, Bianca, Rossa, D'Oro o quant'altro.
6. Se hai una zia zitella è il momento che ti attivi per intortarla per bene, per farti lasciare in eredità il più possibile.
7: Se tuo fratello fa fatica economicamente, non aiutarlo, ma regalagli un sorriso da io-sono-perfetto, dicendo :" Chi ti ha detto di fare due figli? Hai voluto la bicicletta, pedala."
8: NON dare importanza alla cultura. Finite le scuole dell'obbligo, pensa di sapere già tutto e che tu non abbia più nulla da imparare. NON badare ai sogni e alle predisposizioni di tuo figlio : spingilo a frequentare al massimo la Facoltà di Economia e Commercio, o Ingegneria Gestionale, anche se sogna anche di notte, di fare il Dottorato di ricerca su Kant, o si immagina in qualche laboratorio a sprovettare in mezzo a sostanze chimiche. E soprattutto non comperare libri, perchè più di dieci tomi ti rovinano la vetrinetta del mobile della sala, pagato una cifra assurda ,perchè IKEA non è cool. Quando vai in un centro commerciale, evita il reparto libri, soprattutto se tuo figlio tende a prenderne uno. Ma evita anche il reparto giornali: il Topolino non è fashion. Tanto tu dici di sapere l'inglese ma non sai bene cosa significhino cool e fashion, ma hai paura che i compagni di scuola lo isolino. Ed i giochi non devono essere il Lego, o Sapientino, ma rigorosamente ciò che la pubblicità Mediaset ti dice, 24 ore su 24, per 12 ore contro le 12 di effettivi programmi.
9: Mi stavo dimenticando : un uomo politico, tempo fa consigliò alle donne di sposare uno ricco, perchè il mondo è pieno di uomini ricchi che possono affermare che la crisi non c'è, e la madre della donna dovrebbe insegnarle arti sopraffine per diventare una capace di prendere il maschio per il 'verso' giusto.
Penso che questi consigli siano sufficienti per farti avere case, gioielli, soldi in banca, vacanze riposanti, e quant'altro.
"Beata l'ignoranza che ti fa star bene di testa, di cuore e di panza".
Se scrivessi questi consigli su Facebook, mi ritroverei sommersa di insulti, o da commiserazione e derisione: "E' proprio stupida. Sa come fare e non ha fatto, si arrangi! Vado a vedere il Grande Fratello mentre mangio merendine. Tanto poi vado in palestra, così mi procuro anche relazioni. e poi, l'istruttore è così macho!"