Parlando con qualsiasi straniero, nella mia vita e
nei miei (pochi) viaggi, ho sempre utilizzato ed utilizzo, una specie di esperanto personale.
Quando mi mancava , o mi manca, il termine corretto, utilizzo le altre lingue,
che peraltro conosco altrettanto 'spannometricamente'. E un bel sorriso ha reso
sempre disponibile il mio interlocutore, che conosce sempre qualcosa di un
un'altra lingua, ad eccezione dell'interlocutore italiano..
In Catalunya, per esempio, fanno finta di conoscere
solo il catalano, anche se a scuola devono studiare il castigliano. Ugualmente
succede a Castelrotto e sull'Alpe di Siusi, col tedesco e l'italiano.A Basilea
va molto meglio : è una stupenda città cosmopolita per natura. Ma se sei
considerata straniera, te la cavi sempre.
Questo mio escamotage non è del tutto positivo. I
francesi spocchiosi si voltano dall'altra parte sibilano un "Je m'en fiche". I
tedeschi biascicano uno schifato "Italienerin!". Gli inglesi ti guardano
esterefatti : come puoi non sapere la loro lingua,quella che hanno
imposto (loro o l'economia) al mondo, o quello che loro lingua è
diventata, un bastardamento di neologismi e pronunce orrende, dovute quasi
esclusivamente a statunitensi ed indiani, che sicuramente fa rivoltare nella
tomba lo zio Willie. E a Barcellona,mitica e stupenda città dove vorrei tornare magari per sempre, dove ho vissuto per tre mesi, c'era sempre
la commessa o la cassiera che si impietosiva, forse perchè mi trascinavo
dietro i miei bimbi ancora piccoli.
Non capisco perchè la difesa di una lingua passi per l'interruzione totale delle comunicazioni, e perchè, come già detto, gli unici che non difendono la propria lingua sono gli italiani. Forse perchè scrivono 'itagliani' con la 'g'?
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