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mercoledì 11 luglio 2012

LA NOSTRA IDENTITA'

La ricerca ossessiva del passato, la costruzione di una banca della memoria, crea musei statici che troppo spesso lasciano il tempo che trovano, senza suscitare reali emozioni.
Dovremmo mettere nel vocabolario di italiano la lunghissima parola tedesca, che, come già ho avuto modo di dire, significa rielaborazione del passato e suo superamento.
La ricerca di un'identità presa dal nostro passato è indice che  non abbiamo la nostra identità dentro di noi, e come non abbiamo osservato, fatto nostra, elaborato e fatta crescere questa identità.
Questi pezzi di passato che vorremmo far rivivere, risultano allora, come quadri di un museo che ammiriamo ma non sono nostri.
Questa pretesa ostinazione ad accusare lo straniero, che magari è solo uno della provincia vicina, di invaderci e colonizzarci, non è altro che l'indice della debolezza della nostra identità, e della pochezza delle nostre idee, e dell'incapacità di creare qualcosa di nuovo, valido, affascinante e meraviglioso.
Sembra che l'Italia si sia fermata ed adagiata mollemente sulla memoria degli antichi romani, o dei celti (scoperta dell'ultimo decennio politico!), e con quella pretenderemmo di avere il rispetto e l'ossequio del mondo che , nel frattempo, è enormemente progredito.
Se non si accettano i cambiamenti, si è vecchi, cioè pronti a morire.
Quando ci si sente perfetti, si è morti. Ricordiamoci che " perfetto " deriva dal latino: è il participio passato di perficio e significa essenzialmente "compiuto, finito".

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